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    UNSIC: La piazza europeista pagata da Roma Capitale - UNSIC

    foto Unsic

    La manifestazione europeista promossa dal giornalista Michele Serra a Roma, in piazza del Popolo, lo scorso 15 marzo presenta roventi strascichi a causa della gestione finanziaria dell’iniziativa. Gran parte della spesa – circa 350mila euro, secondo la ricostruzione del quotidiano La Verità – è stata infatti affrontata da Roma Capitale, cioè dal Comune di Roma, tramite la società comunale Zètema. Con soldi di tutti noi. In pratica un organo pubblico ha finanziato un evento privato e politico “di parte”.

    La Verità aggiunge. “Ai costi fin qui elencati vanno sommate le spese per la gestione della ospitalità e i viaggi degli artisti, a cui aggiungere i diritti Siae, Lea e Soundreef, vale a dire i diritti d’autore”.

    Denuncia Fabrizio Santori, capogruppo della Lega a Roma: “La prassi che è emersa dalla pubblicazione delle spese è quella di uno spacchettamento delle spese in piccole gare, per evitare controlli stringenti e facilitare l’assegnazione diretta.  La realtà è che questa amministrazione ha messo in scena un evento di propaganda finanziato con i soldi di tutti, in barba ai principi di imparzialità e trasparenza che dovrebbero guidare un’amministrazione pubblica”.

    La somma di 350mila euro, infatti, viene raggiunta da diversi piccoli lotti per badge, luci, palco, impianto audio, organizzazione “perfino per i biglietti del treno e l’alloggio degli ospiti” sostiene il consigliere leghista, tra i primi a denunciare l’esborso pubblico relativo al 15 marzo. “Oltre alle spese ufficiali pubblicate da Zètema – sottolinea Santori – mancano ancora all’appello i costi per gli straordinari della Polizia Locale, la pulizia straordinaria dell’Ama, l’occupazione di suolo pubblico non versata e il costo delle transenne”.

    L’ex sindaca Virginia Raggi del M5S batte forte su un punto: l’interesse pubblico necessario per giustificare una spesa del genere. “Il Tuel (testo unico enti locali, ndr) agli articoli 181 e seguenti – cita Raggi – disciplina esattamente quali sono le fasi della spesa pubblica. C’è il presupposto del riconoscimento dell’interesse pubblico, che doveva essere dichiarato almeno con una memoria di Giunta, per poter avviare tutti i procedimenti successivi, a partire dall’impegno di spesa”.

    Il sindaco Gualtieri, da parte sua, non ha fatto un passo indietro. “Se ho finanziato la manifestazione sull’Europa? Certo. Lo rivendico – ha detto Gualtieri al quotidiano Il Foglio. “E anche con orgoglio. La manifestazione è stata bella, giusta e importante. E anche rispettosa. Hanno parlato tre senatori a vita, artisti, intellettuali, e non c’è stato un solo attacco rivolto a qualcuno. Trovo onestamente molto triste che vi siano persone che non considerino l’Europa un patrimonio di tutti”.

    Ma a scagliarsi pesantemente contro il primo cittadino della Capitale è stato il giornalista Michele Santoro. Con un video apparso su Instagram e intitolato “Gualtieri e Serra siete degli ipocriti”, l’ex conduttore di Annozero si è rivolto direttamente al sindaco: “E lei non ha pensato soltanto alle spese di pulizia, a garantire la sicurezza, come doveva fare, come ha fatto, caro Sindaco, ma ha fornito anche i microfoni, ha fornito anche il palco a Repubblica senza preoccuparsi di togliere quei soldi agli asili o alle periferie. Se si scoprisse che gli artisti e gli intellettuali hanno avuto pure l’albergo i biglietti pagati, sarebbe veramente il caso di carcerarvi tutti, ma non per i soldi pubblici che avete usato in questo modo. Per quanto siete stati ipocriti, voi e i vostri intellettuali. L’ipocrisia non è un reato, ma è un buon motivo per mandarvi affanculo. Il ‘vaffanculo’ è una parola passata di moda, ma in questo caso gallina vecchia fa buon brodo”.

    Cosa dire?

    Innanzitutto, ha ragione la Raggi, non comprendiamo quale sia l’interesse pubblico di una manifestazione che tra l’altro ha polarizzato partiti – tutti di opposizione – con idee differenti sull’Europa e sul progetto di riarmo da 800 miliardi, a cominciare dal Pd che, come noto, sulla votazione a Bruxelles si è spaccato.

    In secondo luogo lo stesso giorno a Roma c’erano altre due manifestazioni di piazza sull’Europa (estrema sinistra pacifista e Rizzo), ma la scelta del sostegno – evidentemente – è caduta soltanto su quella fondamentalmente di sinistra e sostanzialmente a favore della proposta Von der Leyen.

    Terza questione. Se il Comune di Roma ha finanziato l’iniziativa, ci sarebbe dovuto essere il logo comunale.

    Resta poi il piano politico. Su cosa hanno voluto porre l’accento i manifestanti? Sulla necessità dell’Europa unita? Sì, ma quale Europa? Quella che abbiamo conosciuto finora e che abbiamo spesso criticato, piena di errori evidenti? Ad esempio, le spinte verso la transizione ecologica – e poi i retromarcia – hanno indubbiamente creato problemi alle imprese, per le quali la prima richiesta è la stabilità legislativa? E la guerra in Ucraina? Possibile che debba intervenire il presidente statunitense rispetto ad un’Europa diplomaticamente rimasta immobile per tre anni?

    Domenico Mamone

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