Contattaci

    Prendi visione dell'informativa sulla privacy.
    Edit Template

    UNSIC: Imbarazzi d’importazione - UNSIC - Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori

    Dopo il lungo periodo di sconvolgimenti contraddistinti dai due confitti in corso in Ucraina e in Palestina, seppur ovviamente con motivazioni e caratteristiche differenti, ora il dinamismo di Trump, con ripercussioni anche nei due scontri bellici, ad esempio con la ghettizzazione dell’Unione europea o con l’esteso aumento delle spese per la difesa da parte di molte nazioni europee, sta creando non pochi imbarazzi e fratture anche nello scenario politico italiano.

    Se nel centrodestra, salvo qualche distinguo, l’appoggio all’Ucraina quale nazione invasa dalla Russia e argine contro le ambizioni espansionistiche di Putin è stato sempre totale, così come quello ad Israele, oggi al cospetto del neopresidente degli Stati Uniti, dalle mosse imprevedibili e dai dazi facili, ma che per il suo insediamento ha invitato solo i premier europei Meloni e Orban, il quadro è un po’ cambiato. L’allineamento storico da parte dell’Italia alla politica e all’influenza statunitense per una parte più rilevante del centrodestra impone una sorta di condiscendenza alla politica estera di Trump. Tanto più se riuscirà a porre fine – a prescindere a che prezzo – ad uno o due conflitti che hanno lasciato sul terreno quasi due milioni di vittime.

    Ben più problematica la condizione della sinistra, che proprio sul fronte della politica vede puntualmente frantumarsi il progetto del “campo largo”. Se Calenda e Renzi hanno sempre manifestato la totale vicinanza all’Ucraina, mentre Conte è stato costantemente contrario all’invio di armi a Zelens’kyj, Elly Schlein, che personalmente è stata sempre contro l’invio di armi ma con il partito in parlamento ha appoggiato il supporto militare all’Ucraina, oggi esprime una posizione quanto mai ambigua. Come ricorda Linkiesta, dentro la riunione della direzione del Pd la segretaria ha detto di “non stare dalla parte di Trump e del suo falso pacifismo, ma di non stare nemmeno con l’Europa per continuare la guerra”.

    Marco Taradash ha parlato di “frase terribile”, mentre Calenda ha scritto “Basta ipocrisie”.

    È noto che a sinistra pesi una fronda pacifista, tra l’altro legata con buona parte del mondo cattolico, che in queste stagioni ha mostrato tutto il suo imbarazzo per un partito che parla di difesa della spesa sociale e sanitaria e poi appoggia le spese militari e l’invio di armi. Una minoranza che rischia però di crescere: le più nette prese di posizioni da parte di Bonelli e Fratoianni, ad esempio a favore del ruolo della politica di mediazione nel conflitto in Ucraina e dei diritti dei palestinesi in Medio Oriente, sono state premiate alle Europee. Anche i voti in Francia e in Germania hanno premiato le sinistre antagoniste rispetto a socialisti e socialdemocratici: ovviamente concorrono altre motivazioni, ad iniziare dalla crisi economica e sociale, ma ad esempio le manifestazioni a favore della Palestina hanno coinvolto tantissimi giovani, in particolare universitari.

    Resta una verità incontrovertibile: pur parlando da tempo di ricorso alla diplomazia, come si sarebbe potuta intavolare una trattativa e una qualsiasi ipotesi di negoziato con Putin, il quale ha sempre rifiutato qualsiasi compromesso? L’interventismo dell’uomo della Casa Bianca, al di là di altri aspetti, va comunque apprezzato qualora portasse alla fine dei conflitti e del massacro di innocenti.

    Domenico Mamone

    link di origine

    Fissa un appuntamento

    Il primo passo verso una consulenza fiscale e previdenziale efficace inizia da qui: fissa il tuo appuntamento oggi stesso!

    Ultime News

    Categorie

    Tag