Le conseguenze della pseudo-guerra commerciale intrapresa dal presidente americano Donald Trump non si fanno attendere. Questa volta riguardano le possibili ricadute economiche propria in territorio statunitense. Dopo le previsioni negative delle banche statunitensi, arrivano anche quelle di Goldman Sachs, la società d’intermediazione finanziaria con sede a New York. Secondo quanto pubblicato ieri dal Financial Times e riportato anche dall’agenzia di stampa internazionale Reuters, gli economisti di Goldman Sachs hanno “aumentato le probabilità di una recessione negli Stati Uniti dal 35% al 45%”.
Percentuale ritoccata già per la seconda volta in una settimana. Neanche otto giorni fa si parlava infatti del cambiamento della probabilità di recessione degli Stati Uniti a dodici mesi, che sarebbe passata dal 20% al 35%. Gli economisti hanno affermato “di aspettarsi ulteriori tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, poiché i dazi del presidente Donald Trump stanno sconvolgendo l’economia globale e i mercati finanziari”. A ricaduta sull’Europa con previsioni di tagli anche per la Banca centrale europea e prospettive di recessione per tutta l’Eurozona.
E se c’è chi propone al presidente Usa un passo indietro – il Washington Post riporta citando fonti anonime che “Musk ha chiesto a Trump di revocare i dazi” – il quotidiano economico-finanziario britannico Financial Times commenta che “se si verificasse un passo indietro, sarebbe più difficile scrollarsi di dosso il calo di fiducia e il fatto molto concreto che gli Stati Uniti hanno ormai fatto arrabbiare un sacco di suoi principali partner commerciali”.
Vedi la Cina che ha annunciato controdazi del 34% sui suoi prodotti. E la battaglia continua.
Vanessa Pompili